Recensione: L’opera come istituzione. Microstorie del teatro europeo per una prospettiva reticolare (1730-1917). Cristina Scuderi e Ingeborg Zechner (a cura di), Opera as Institution.
DOI:
https://doi.org/10.58849/italog.2020.PAOAbstract
Lo studio dei fattori economici e organizzativi nello sviluppo delle arti performative rappresenta un filone ormai consolidato della ricerca teatrologica e musicologica a livello internazionale. Come confermato, tra gli altri, dai più recenti lavori di Derek Scott e Christopher Balme, concentratisi sul commercio teatrale transatlantico nelle prime fasi della globalizzazione, le reti e la mobilità si sono imposte negli ultimi anni
all’attenzione degli studiosi per la loro importanza nella circolazione di prassi estetiche e produttive su scala regionale e internazionale, nell’ambito di indagini che hanno evidenziato il ruolo centrale delle infrastrutture spettacolari costituite da sale teatrali, compagnie, impresari e capitali umani e finanziari nella circolazione delle idee e nell’evoluzione dei consumi culturali. Del tema si sono recentemente occupate Cristina Scuderi e Ingeborg Zechner, curatrici del volume Opera as Institution. Networks and Professions (1730-1917) (Vienna,
LIT, 2019). Attraverso un’articolata teoria di casi di studio, il lavoro ricostruisce il ruolo essenziale assolto dai teatri d’opera nella ridefinizione dell’estetica del teatro musicale e delle prassi di palcoscenico nel travagliato passaggio tra antico regime ed età contemporanea.